martedì 4 febbraio 2014

GIORNO DEL RICORDO



Domenica 9 febbraio, alle ore 10.30 ad Anzio, Piazza Garibaldi, deposizione di un mazzo di fiori al monumento dei caduti. A seguire ci recheremo in via Aldobrandini 13, ove sarà proiettato un breve filmato ... 
PER NON DIMENTICARE




Il 10 febbraio ricorre l'anniversario del trattato di pace di Parigi con cui, nel lontano 1947, l'Italia cedette alla Jugoslavia di Tito le province di Pola, Fiume, Zara e parte di quelle di Trieste e Gorizia.Le foibe sono ben altro di semplici cavità carsiche. Il periodo storico è quello post-guerra mondiale, l'Italia è uscita dalla dittatura fascista, il nazismo ha perso e si è scoperto l'orrore dei campi di sterminio. Tito assunse il potere nella Jugoslavia, alla quale spettavano parte dell'Istria e della Dalmazia. Sono questi i presupposti della vicenda. Il dittatore comunista intraprese un’azione di sterminio contro tutti coloro che si opponevano al passaggio dei territori italiani sotto il controllo jugoslavo.

Le guardie titine cominciarono a delimitare le nuove terre con il filo spinato: ciò sfiora in alcune situazioni il ridicolo e il paradossale, con case letteralmente tagliate in due, una parte italiana e una jugoslava. Gli italiani che vivevano in quelle terre furono costretti a scegliere definitivamente se restare dove avevano vissuto o partire, abbandonando tutto quello che avevano. Furono oltre 350 mila i nostri connazionali che scelsero l'esodo per ragioni di fede, di libertà, di amore verso l'Italia e di rifiuto della dittatura di Tito. Un esodo silenzioso, drammatico, iniziato già nel 1943 con le prime persecuzioni verso gli italiani e terminato nel 1954. Chi si opponeva a questa situazione, veniva "infoibato", cioè gettato in cavità carsiche (le foibe appunto) dalle quali non sarebbe più uscito. Gli italiani arrestati, massacrati e quindi gettati nelle foibe furono migliaia, anche se non è stato possibile stabilirne con esattezza il numero.
Migliaia di morti, ammassati in cave di cui si ignorava, o più precisamente si voleva ignorare l'esistenza, uccisi solo perché avevano la colpa di essere italiani, di volere restare fedeli all'Italia e di non volere passare sotto l'egida di un regime comunista.
Ma l’aspetto ancor più grave è stato senza dubbio la volontà della classe politica del dopoguerra, per l’amicizia verso la dittatura comunista, di occultare questi morti di segregarli nel più oscuro dimenticatoio.
Non sparirono solo i corpi di quelle vittime, ma anche la memoria!
Una verità storica che per troppo tempo ci è stata negata, sottratta, nascosta per meri interessi politici ed ideologici.
Dieci febbraio: ogni tempo ha le proprie vittime, ogni patria i propri eroi. Ricordiamo insieme i martiri delle foibe, italiani che meritano rispetto e supplicano memoria.
Onore ai caduti.